Vita apuana - Luglio 2009 - Marina Pratici

Dall'Aurora al Crepuscolo con Sara Cordone

"Credo che la ricchezza della poesia consista nell'esprimere significati profondi attraverso parole semplici, che sappiano tornare all'anima da cui sono state generate ...", così scrive, nella nota introduttiva alla sua ultima fatica letteraria- Dall'aurora al crepuscolo ... e poi? -, la poetessa Sara Cordone. E davvero le sue parole, semplici per scelta ma vibranti di «silenzi profondi», «tornano» all' anima, accarezzandola, ricordando che «le parole di un uomo / raggiungono i silenzi di Dio».

Difficile, davvero difficile, credere che Sara, voce poetante di intensa e sofferta maturità, sia così giovane ... Eppure Sara Cordone, occhi luminosi, movenze aggraziate e un'aurea di incantevole fragilità, è davvero giovane. Nata a La Spezia il 7 maggio 1972, laureata con lode in Materie Letterarie presso l'Università degli Studi di Genova, oggi la poetessa insegna Lingua Italiana all'Istituto Comprensivo di Erbusco, dove risiede e dove tiene importanti conferenze su temi filosofico-letterari. E, nel grazioso paese della Franciacorta, scrive, ottenendo ampio consenso di pubblico e critica. Ascoltando le tacite stelle, sua prima raccolta contenente le splendide liriche «Preghiera» e «Non aver paura!», ha vinto numerosi premi letterari internazionali, ed ora Sara ci propone il volume Dall'aurora al crepuscolo ... e poi?, da poco in libreria e che, a breve, sarà presentato ad Aulla, città che non scorda, dove vive suo padre, l'apprezzato professore Giovanni Cordone, e dove molti amici «dell'ieri» attendono i suoi frequenti ritorni. Un'ultima opera, mirabilmente prefata dal professor Giuseppe Benelli, Presidente della Fondazione Città del Libro Premio Bancarella e docente di Filosofia del Linguaggio, che si apre con una dedica, toccante, quasi accorato grido, che già svela la profondità dell' anima dell' autrice

«Ogni pensiero
ogni respiro
ogni parola
per te ...
generosa fata che mi hai donato la vita
mio eterno amore vegliante
salpato dalla riva
sulle vele del crepuscolo
atterrato sul cuore
dai capelli dell'aurora
perso in un inverno malato di solitudine
ritrovato in un'estate delirante di luce ... »

Ed è subito poesia. Quella vera, capace di emozionare, di fondere, in inscindibile binomio, autore e lettore, creando, rafforzando legami in fluttuanza di parole. E sempre a lei, la madre tanto amata che continua a vivere in ogni verso di Sara, è dedicata la lirica, splendida, «Nella corrente dell'ignoto», dove l'autrice tocca vertici altissimi in nome di quell'Amore, Altissimo, che è l'humus, il fondante del suo poetare,

«All'ombra di mille soli
nel riflesso del Tuo Amore voglio ritrovarla
Nel frusciare d'una pioggia di comete
m'incanterò timidamente a guardarla»

Un dettato fluido, una lievità evocata che diventa consapevolezza irrinunciabile quando la poetessa affronta, con parole di vetro, temi di respiro universale, un improvviso battito d'ali come a stemperare la crudezza dello scritto: questo ed altro ancora, nel viaggio di Sara, un viaggio che si chiude, come nel felice titolo della raccolta, con un ... e poi? E poi, ancora Sara Cordone. Per creare incanti capaci di sfaldare la bruma dell' odierno disincanto. Per donarci speranze, «A mia figlia», « Porto via i tuoi dubbi/ per risolverli nella Verità». Per navigare insieme, «Il tuo viso addormentato», « ... oltre le scogliere infinite/ di un oceano senza tempo né confini». Per rammentarci, con fiduciosa «Certezza», che «Tutto si consuma nel mondo/ nulla si estingue nel Padre », E poi. .. Aurora che illumina il Crepuscolo .

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